Protesi totale dell’anca: ecco le opzioni di intervento disponibili

A volte le cose che non conosciamo possono essere fonte di preoccupazione. In questo articolo, il chirurgo ortopedico Brian Lewis passa in rassegna alcune opzioni comuni disponibili per le persone che stanno considerando di sottoporsi a un intervento di protesi d’anca.

16 dicembre 2020 | 5 minuti

L’intervento di protesi totale dell’anca è un’operazione con esiti solitamente molto positivi ed elevati punteggi di soddisfazione dei pazienti. Tuttavia, ciò non vuol dire che tutti gli interventi di protesi d’anca sono uguali; tutt’altro: esistono molte opzioni.

Iniziamo soffermandoci sugli aspetti comuni a tutti gli interventi di protesi d’anca. In un intervento di protesi totale dell’anca, le porzioni danneggiate della sfera e della coppa dell’articolazione vengono sostituite con impianti di metallo, ceramica, plastica o combinazioni di tali materiali. A parte questo, esiste un ampio ventaglio di opzioni. 

Come dico sempre ai miei pazienti, a lungo termine, la cosa più importante che si possa fare è trovare un chirurgo con cui sentirsi a proprio agio e informarsi al massimo per prepararsi e nutrire aspettative realistiche per la propria condizione. Per molti pazienti, l’intervento di protesi d’anca può ridurre il dolore e ripristinare la mobilità. Tuttavia, per la guarigione ci vogliono tempo e impegno. È importante comprendere i rischi legati a un intervento di protesi d’anca in modo da sapere quanto sia importante seguire le istruzioni post-operatorie e poter riconoscere i segni di eventuali complicanze.

Tradizionalmente, gli interventi di protesi d’anca venivano eseguiti in ospedale. Di solito i pazienti trascorrevano in ospedale molti giorni, persino settimane, per riprendersi dall’intervento. Tuttavia, oggigiorno per molti pazienti sani il ricovero si riduce spesso a un paio di giorni.

In ambito ortopedico è cresciuta l’attenzione verso i protocolli di guarigione. Tutti questi sforzi mirano a far tornare prima i pazienti al comfort delle loro case. Questi protocolli tendono a prevedere uno sforzo coordinato tra chirurgo, anestesista e altri membri dell’équipe di assistenza, tra cui fisioterapisti e infermieri. Benché i protocolli siano diversi, tutti prevedono la riduzione al minimo dell’uso di narcotici potenziando altre opzioni di controllo del dolore, incoraggiando il movimento subito dopo l’intervento e concentrandosi sull’obiettivo del ritorno a casa. 

Nel corso degli anni, il metodo di esecuzione degli interventi di protesi d’anca è cambiato molto. Poiché la nostra comprensione in merito a ciò che è necessario per il posizionamento degli impianti e al loro funzionamento è migliorata, siamo riusciti a sviluppare metodi meno invasivi.

Esistono diversi approcci per eseguire un intervento di protesi d’anca. In base all’approccio, varierà la sede in cui il chirurgo praticherà la o le incisioni e come posizionerà l’impianto. Potrebbe accedere all’anca usando sedi posteriori (da dietro), laterali, anterolaterali (parte anteriore laterale), anteriori dirette (frontali) e persino superiori.

Cerchi di non farsi sopraffare da questa terminologia medica. Sappia solo che ci sono diverse opzioni a Sua disposizione e che il chirurgo sceglierà l’approccio in base al Suo caso specifico, alla sua esperienza pregressa e alla sua formazione. Molti approcci sono diventati meno invasivi nel corso degli anni in quanto si è in grado di praticare incisioni più piccole, essere più delicati con tessuti e muscoli e riparare strutture importanti ridando loro una posizione anatomica corretta.

Come menzionato sopra, uno degli aspetti più importanti dell’intervento di protesi d’anca è il corretto posizionamento degli impianti. Esistono diverse tecniche che consentono al chirurgo di accertarsene. Può eseguire una radiografia in sala operatoria con impianti di prova per rilevare eventuali modifiche da apportare per migliorare la sede in cui collocare gli impianti definitivi. In altri casi potrebbe essere usato un macchinario chiamato fluoroscopio per ottenere informazioni in tempo reale sulla sede di posizionamento degli impianti. Esistono anche programmi informatici che usano le informazioni ottenute tramite la radiografia o la fluoroscopia per contribuire a determinare se l’impianto d’anca è posizionato correttamente.

Esistono anche altre differenze quali il tipo di impianto ricevuto, il materiale da cui è composto e molti altri fattori, ma scenderemmo troppo nel tecnico. È importante comprendere che non ci sono metodi migliori o peggiori per eseguire un intervento di protesi d’anca. Se un metodo avesse dimostrato di essere di gran lunga superiore agli altri, tutti i chirurghi avrebbero iniziato ad adottare tale tecnica. Come dico ai miei pazienti, è importante che Lei comprenda l’intervento cui si sottoporrà e che faccia le proprie ricerche, ma alla fine l’importante è che trovi un medico affidabile che esegua l’intervento e consentirgli di fare il massimo per Lei.

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Riferimenti
Scritto dal Dott. Brian Lewis in qualità di consulente retribuito di Zimmer Biomet
  1. Kamara, E., et al. (2017, Jan). Adoption of Robotic vs Fluoroscopic Guidance in Total Hip Arthroplasty: Is Acetabular Positioning Improved in the Learning Curve? J Arthroplasty. 32(1): 125-130. doi: 10.1016/j.arth.2016.06.039