La pandemia da Covid-19 ha cambiato l’andamento del mondo in un lasso
di tempo relativamente breve. Per molti di noi, attività banali come
andare a fare la spesa sono diventate fonte d’ansia. Questo periodo di
distanziamento sociale, quarantena e isolamento ci impedisce di stare
con molti dei nostri amici e parenti. Se soffre di dolore articolare
causato dall’artrite o ha una lesione ed era in attesa di sottoporsi a
un intervento chirurgico, è molto probabile che questo intervento sia
stato rinviato. Il che è chiaramente frustrante. Dopo tutto, il dolore
si fa sentire e la soluzione chirurgica che sembrava a un passo ora è
stata rinviata a data da destinarsi.
Prima di tutto, è importante soffermarci sul significato
dell’espressione “intervento chirurgico elettivo”. Il termine
“elettivo”, ovvero “scelto”, può lasciare perplessi alcuni pazienti,
perché si potrebbe intendere che si è scelto di avere una lesione o
una compromissione fisica. Al contrario, nessuno “sceglie” di avere
l’artrosi all’anca o al ginocchio, una lacerazione alla cuffia dei
rotatori o le mani intorpidite a causa della sindrome del tunnel carpale.
A marzo, molti Paesi di tutta Europa hanno consigliato di cancellare
le procedure elettive. I Paesi, i sistemi ospedalieri e i singoli
chirurghi hanno deciso se eseguire o meno vari interventi chirurgici.
Molti chirurghi direbbero che esistono determinate procedure per le
quali il fattore tempo è fondamentale e che pertanto devono comunque
essere eseguite. Nonostante la varietà di definizioni e algoritmi che
determinano gli interventi che possono essere eseguiti, in linea
generale condizioni quali fratture che richiedono una riparazione
chirurgica, infezioni, alcuni tumori e lesioni che potrebbero causare
un danno nervoso o spinale progressivo spesso rientrano nella suddetta
categoria. Quindi qual è il problema legato agli interventi ortopedici?
Sebbene possa sembrare che nel luogo in cui vive la situazione degli
ospedali sia buona e che continuino ad esserci letti disponibili per i
pazienti, la pandemia da Covid-19 comporta una pressione enorme per i
sistemi sanitari. Le sfide da affrontare sono tante. Esiste una
preoccupazione fondata circa la quantità di dispositivi di protezione
individuale (DPI) che sono e saranno disponibili per gli operatori
sanitari in prima linea nell’assistenza dei pazienti infetti. Se
queste persone non dispongono dei DPI appropriati, corrono un
rischio molto elevato di contrarre il virus, potendo poi
trasmetterlo ad altri, ammalarsi seriamente o entrambe le cose.
Qualsiasi procedura chirurgica è un lavoro di squadra. Molte persone
presenti in sala operatoria devono indossare camici e mascherine,
spesso inclusi il chirurgo, gli infermieri, i tecnici e gli assistenti
chirurgici, i medici anestesisti e gli infermieri anestesisti. Anche
in una giornata in cui vengono eseguiti pochi interventi chirurgici,
vengono usati molti DPI. Sebbene le aziende del settore produrranno
più camici e mascherine, non possiamo sostituire le persone che stanno
rischiando la loro stessa salute. Alcune città stanno cercando, con
non poca difficoltà, di riassegnare i loro medici, infermieri e altri
operatori sanitari a ruoli diversi per poter essere in grado di
sostenere il volume di pazienti affetti da coronavirus.
Anche i ventilatori sono un tema di discussione. In una situazione
normale senza pandemia virale, noi, membri della società, non ci
soffermiamo a pensare ai ventilatori presenti nei reparti di terapia
intensiva. Per i pazienti che sviluppano sindrome respiratoria acuta
grave (Severe Acute Respiratory Syndrome, SARS) causata dal virus
della Covid-19, un ventilatore diventa l’unica speranza di vita. Con
l’impennata di casi di pazienti con necessità di ventilazione
assistita, i macchinari usati a supporto della respirazione durante
l’anestesia chirurgica possono essere riconvertiti e usati come
ventilatori. Quindi, dobbiamo valutare molto attentamente le
circostanze in cui scegliamo di utilizzare questi macchinari per
procedure non urgenti.
Tuttavia, nonostante tutto questo, il dolore che sente al ginocchio,
all’anca, alla spalla o al dito del piede è ancora lì. Per un chirurgo
ortopedico, è dura sedersi in panchina e guardare i propri pazienti
soffrire. Tutta la nostra carriera è mossa dalla volontà di fare tutto
ciò che è in nostro potere per alleviare i disturbi dei pazienti e
migliorare la loro condizione.
Quindi, che si può fare nel frattempo?
- Semplici misure come impacchi di ghiaccio, applicazione di
calore, uso di analgesici da banco come il paracetamolo, stretching
dolce e massaggi possono rivelarsi tutte utili. Non sono la panacea,
ma per adesso è quello che abbiamo.
- Mantenere una routine
che includa una dieta sana e bilanciata e un po’ di attività fisica
leggera può aiutarLa a mantenere una buona condizione fisica, nonché
ridurre l’ansia e lo stress. Sebbene la Sua lesione o condizione
possa limitare le Sue attività e la Sua capacità di fare esercizio,
non demorda, perché anche qualcosina può servire. Anche una semplice
pedaliera per tenere in movimento i muscoli delle gambe o una
camminata moderata (sempre rispettando le misure di distanziamento
sociale) possono migliorare la Sua giornata ed aiutare a costruire
un senso di realizzazione importante in questo periodo
difficile.
- Per stilare un elenco di attività la sera prima
di ogni giornata ci vogliono pochi minuti, ma vedrà che Le sarà
utile per motivarsi.
- Porti a termine dei piccoli progetti
in casa per i quali normalmente non ha tempo.
Se il Suo dolore non è gestibile tramite rimedi casalinghi, chiami
il Suo medico. Molti studi ortopedici offrono opzioni di telemedicina
per valutare le Sue preoccupazioni senza che debba necessariamente
sottoposti a una visita di persona. Anche molti studi di fisioterapia
hanno iniziato a fare lo stesso. In poche parole, la Sua rete di
supporto muscoloscheletrico è ancora al Suo fianco.
Tutti noi abbiamo un ruolo nella lotta alla pandemia. Per alcuni,
questo ruolo si traduce in turni da 12 ore intubando pazienti con
problemi respiratori. Per altri, significa aiutare la società ad
andare avanti, smaltendo una fila alla cassa, riempiendo gli scaffali
vuoti o raccogliendo i rifiuti per mantenere puliti i quartieri. Per
la gran parte delle persone, il contributo è semplicemente stare a
casa, lavarsi spesso le mani e mantenere il distanziamento sociale nei
casi in cui si possa proprio fare a meno di uscire. Non possiamo
sottovalutare l’importanza di ognuna di queste categorie di persone.
Sono tutte fondamentali.
Il mondo tornerà pian piano alla normalità e tutto questo passerà.
Tuttavia, probabilmente non sarà così semplice. Ne pagheranno il conto
l’economia globale e la nostra cultura sociale e comunitaria, ma
soprattutto perderemo molte vite. Sappia che i Suoi medici e gli
operatori sanitari sono lì per aiutarLa e apprezzano la Sua pazienza
nell’attendere l’intervento chirurgico.